Venerdì 18 settembre 2020 un gruppo di bambini (provenienti da Assisi, Perugia, Torgiano e Terni) di età compresa fra i 3 e i 12 anni visitano il Centro di Documentazione dell’Ecomuseo del Tevere a Pretola.

I bimbi si sono subito incuriositi della grande quantità di oggetti presenti: antiche biciclette, carretti di legno, barche per attraversare il fiume, mezzi di trasporto ben diversi da quelli che sono abituati a vedere. Alle pareti sono appesi tanti tipi di setacci per separare il grano dalla crusca, per il mais, per il miglio, ma anche per legumi ed altri cereali. Una ricostruzione del Molino in miniatura mostra tutto il processo per passare dai chicchi ai diversi tipi di farina. Fino agli oggetti di uso comune per panificazione.

L’attenzione è stata attirata soprattutto dai giocattoli di una volta, fucili a molla, bambole di pezza, ma anche oggetti per la scuola, grembiuli, quaderni e cartelle. 

La stanza della tessitura

La stanza della tessitura esercita un fascino particolare, capire che per avere un vestito bisogna piantare un seme è per i bambini una grande scoperta. Dai semi della canapa alla raccolta della pianta, dalla lavorazione alla filatura, dalla tessitura al confezionamento dei capi, tutto illustrato nelle diverse fasi. I bambini, guidati da un oggetto all’altro, fra telai, fusi e navette rivivono gli antichi mestieri dei cordai e dei tessitori. 

E poi ci sono anche i bozzoli dei bachi da seta. Anche in questo caso per scoprire che per fare una sciarpa o un abito di seta è necessario allevare migliaia di bruchi ha davvero dell’incredibile. 

La visita termina nella stanza dedicata al fiume. Gli oggetti sono così tanti e vari che non si sa dove guardare prima. Ogni cosa parla. Racconta del mestiere delle lavandaie che facevano chilometri per prendere i panni da lavare al fiume, per stenderli e riconsegnarli. Degli uncinatori di legna che durante le piene del fiume raccoglievano i tronchi trasportati dalla corrente.

E infine il video delle interviste ad Elda, lavandaia, e Anselmo, raccoglitore di legna, mostrano con quanta nostalgia questi personaggi ormai scomparsi raccontano il loro lavoro che, sebbene faticoso, veniva fatto con amore.